10 Consigli Essenziali per Proteggere gli Archivi e le Biblioteche dagli Insetti

Archivi e biblioteche sono tesori inestimabili ma decisamente vulnerabili. In pochi morsi e in poco tempo, se lasciati liberi di proliferare, minuscoli predoni – dai pesciolini d’argento, ai tarli, ai pidocchi dei libri, etc. – possono attaccare libri, documenti, faldoni, pergamene, carte sciolte e minare secoli di conoscenza e storia vanificando l’impegno di conservatori, bibliotecari e archivisti.

Ecco, dunque, dieci suggerimenti e rimedi per rendere meno esposti alle infestazioni di insetti i luoghi in cui in genere si conservano materiali cartacei e membranacei come archivi e biblioteche, in primis, ma anche depositi museali, fondazioni, istituti di conservazione, etc.

 

1. Mantieni i luoghi di conservazione puliti e asciutti.

La pulizia è fondamentale. Assicurati di svolgerla periodicamente e di farlo ispezionando anche i punti solitamente più trascurati o gli angoli nascosti. I pesciolini d’argento, per esempio, che riescono a sopravvivere a lungo anche senza nutrirsi, amano l’umidità, l’oscurità, la sporcizia.

Non è quindi raro trovarli annidati nelle intercapedini, dietro eventuali quadri appesi, nelle piccole crepe e fessure che possono trovarsi nei pavimenti, nei muri e negli intonaci danneggiati, attorno agli infissi di porte o finestre, dietro le scaffalature, sotto eventuali mobili o unità di archiviazione.

Poiché l’umidità gioca un ruolo cruciale sia nella loro sopravvivenza che nella loro riproduzione è opportuno prestare attenzione a eventuali fenomeni di condensa che possono verificarsi in prossimità di tubature, filtri di condizionatori, raccordi sottotraccia, pavimentazioni umide.

Inoltre, dal momento che, come tanti altri insetti che possono infestare i luoghi di conservazione – ad esempio gli psocotteri o pidocchi della carta – i pesciolini d’argento non si nutrono solo di carta ma di una ampia varietà di materiali, è opportuno evitare di creare delle condizioni favorevoli per la loro proliferazione. Cibo e piante, tanto per fare un esempio, non dovrebbero mai trovarsi negli ambienti di conservazione.

Ricorda: per quanto le condizioni ambientali ideali per gli ambienti di conservazione dipendono dai materiali specifici conservati, alcuni suggerimenti – come quest’ultimo – sono universali!

 

2. Pianifica delle regolari azioni di depolveratura (spolveratura) del patrimonio archivistico, librario, documentario. 

Ricordati che la polvere è amica degli insetti (e delle muffe) perché gli insetti nella polvere non solo trovano una fonte di cibo – ad esempio particelle di amido o altri materiali organici – ma anche un vero e proprio habitat naturale favorevole. Per questo pianifica di svolgere periodicamente delle operazioni di depolveratura.

A tale riguardo facciamo un piccolo inciso. Benché nella pratica corrente si parla sempre di spolveratura di libri, faldoni o di carteggi è opportuno ricordare che, noi della Fratielivi, come altri esperti del settore, preferiamo utilizzare il termine depolveratura. Con depolveratura intendiamo infatti sia la rimozione che la cattura della polvere, ovvero l’obiettivo principale dell’azione di pulizia.

La depolveratura andrebbe sempre svolta attraverso mezzi manuali o meccanici e affidata solo a personale specializzato – come restauratori qualificati – in grado di giudicare lo stato di fragilità del materiale, il suo livello di compromissione, la tipologia di strumento da utilizzare per rimuovere e catturare la polvere dal materiale archivistico e librario.

Rispetto al passato in cui queste operazioni venivano svolte solo con pennelli, o al massimo con aspirapolveri – che devono comunque essere professionali e adatti allo scopo – oggi possiamo rimuovere la polvere dai libri, anche antichi, dai registri, dalle carte sciolte, dai faldoni o dai documenti d’archivio in diversi modi e sempre preservando l’integrità dei materiali, anche dei più fragili. Per esempio, possiamo depolverare materiali archivistici e librari attraverso banchi aspiranti professionali.

Oppure con macchine per la depolveratura meccanica – uniche al mondo e prodotte in Italia – come DEA che possono essere utilizzate anche in loco senza dover trasportare il materiale da trattare presso l’azienda.

DEA, commercializzata da Tergeosan, e al cui sviluppo ha contribuito la Fratielivi, consente di rimuovere dal 93 al 99% della polvere presente su libri, libri antichi, incunaboli, carteggi, carte sciolte, registri, faldoni, documenti in pochissimo tempo.

Questo standard di performance è stato validato dal CNR e mai raggiunto prima nel mondo della depolveratura manuale e meccanica. 

 

3. Controlla l’umidità relativa e la temperatura e non trascurare la qualità dell’aria dei luoghi di conservazione. 

Gli insetti prosperano in ambienti umidi e caldi. Controlla quindi spesso le condizioni termoigrometriche. Un’umidità superiore al 60% e una temperatura superiore ai 20 gradi significano che stai creando un ambiente ideale per la loro proliferazione.

Assicurati che l’aria non ristagni come spesso succede nei diversi angoli delle stanze di conservazione. Quando ciò succede può verificarsi facilmente un ammaloramento delle collezioni dovuto a infestazioni.

Un modo abbastanza comune di effettuare questi controlli è attraverso l’adozione di datalogger che misurano costantemente la temperatura e l’umidità di un ambiente registrando i dati ottenuti. Ce ne sono di diverse tipologie.

Proprio grazie a questi datalogger, negli anni ci siamo accorti che gli impianti di ventilazione e di deumidificazione correntemente utilizzati da diversi archivi e biblioteche peccano su diversi fronti.

Spesso e volentieri il grado di umidità relativa supera abbondantemente i limiti previsti dalle buone norme sulla conservazione innescando le condizioni ideali per un’infestazione. Non solo.

Una bassa qualità dell’aria può infatti peggiorare il quadro determinando un microclima in cui insetti, polveri sottili e biodeteriogeni come muffe, spore fungine e batteri possono combinare la loro azione e accrescere i loro danni. I pidocchi dei libri o psocotteri, per esempio, sono noti per nutrirsi non solo delle colle di origine animale utilizzate per la rilegatura dei libri più antichi, ma anche di muffe e di funghi che ne agevolano la proliferazione.

Per questo con gli ingegneri di Livico e i tecnici di Tergeosan abbiamo inventato INT4SAN, un purificatore d’aria dotato di ruote e alimentato a 220v in grado di trattare fino a 1200 m³/h e di coprire spazi sia piccoli che grandi (fino a 500 m² di superficie).

Inclusivo di datalogger e controllabile da remoto, questo dispositivo è dotato di un sistema di filtraggio dell’aria a cinque stadi (incluso un filtro HEPA H14). Con questo sistema è possibile prevenire il degrado dei beni culturali imputabile alla cattiva qualità dell’aria e alle scorrette condizioni termoigrometriche.

 

4. Controlla l’illuminazione.

Alcuni insetti sono molto attratti dalla luce. Per questo è opportuno che le collezioni siano mantenute quanto più possibile al buio, che l’illuminazione naturale sia il più possibile indiretta, che ai vetri delle finestre siano eventualmente applicati delle pellicole anti UV e che eventuali luci artificiali installate negli ambienti di conservazione siano sempre a bassa emissione UV.

L’irraggiamento è una delle variabili meno considerate, ma comunque esercita un suo ruolo sui materiali archivistici e librari perché oltre certi limiti, oltre ad attrarre gli insetti, accelera l’invecchiamento naturale, della carta.

È consigliabile non superare mai i 50 lux e ricordarsi che – sebbene non pericolose come la luce naturale – anche le luci artificiali vanno utilizzate con parsimonia e posizionate lontane dalle eventuali scaffalature.

Le luci artificiali possono infatti rappresentare delle fonti di calore aggiuntive che vanno ad influenzare negativamente il microclima ideale per la conservazione e preparare un terreno fertile per la schiusura di eventuali larve.

 

5. Ispeziona regolarmente le collezioni e adotta un monitoraggio con trappole entomologiche.

Controlla regolarmente le tue collezioni. Spesso i segni di infestazione, come tracce di insetti o danni ai materiali possono essere visibili ad occhio nudo. Per esempio, potresti notare delle superfici raschiate, dei fori o delle abrasioni nella carta o nel legno delle scaffalature (se presenti) o delle tracce di erosione nelle legature o sul dorso dei libri. Potresti anche osservare dei piccoli buchi frastagliati.

D’altronde, vicino ai materiali cartacei, a registri o ai libri che destano qualche sospetto non è raro rinvenire delle macchie o dei granuli scuri (ovvero i loro escrementi). Trovare insetti morti intrappolati nelle lampade, poi, non è mai una buona cosa. A maggior ragione, riscontrare la presenza di larve o di bozzoli che sono un chiaro segnale di una popolazione infestante in crescita.

Anche l’olfatto può aiutarti. Non sono solo le muffe sui libri ad avere un odore inconfondibile. Gli insetti emettono infatti composti volatili o possono produrre odori sgradevoli decomponendosi.

Per proteggere archivi e biblioteche dalle infestazioni e operare all’insegna della tempestività puoi fare comunque anche di più. Dotarti per esempio di trappole entomologiche o contattare aziende come la nostra che operano con biologi specializzati in beni culturali per effettuare delle analisi entomologiche.

 

6. Evita l’accumulo di materiali inutilizzati negli angoli dell’archivio o dei luoghi di deposito.

Pile di carta, vecchi contenitori, faldoni e cartoni ammassati negli angoli possono diventare dei veri e propri nidi. Per questo disfati regolarmente di ciò che non ti serve.

 

7. Identifica i materiali più vulnerabili della tua collezione.

Sai bene che i libri sono oggetti polimaterici e che i libri più antichi sono ricchi di materiali proteici (legature in pelle, colle animali, pergamene e vellum contengono proteine – il collagene, per esempio – di cui molti insetti sono ghiotti). Questi materiali devono obbligatoriamente essere controllati più spesso. In particolare, preoccupati di dedicare le dovute attenzioni ai libri che presentano legature ad alto contenuto di colla animale

 

8. Utilizza contenitori per la lunga conservazione adeguati. 

Di articoli per la lunga conservazione ed il condizionamento di materiale cartaceo ne troverai tanti e di svariati prezzi.

Assicurati di scegliere quelli giusti, ovvero realizzati con materiali conformi alle norme ISO 9706, ISO 16245 e ISO 18916 e che abbiano superato il PAT test per la documentazione fotografica, come indicato dal Ministero dei Beni Culturali.

Nella produzione della nostra cartotecnica, sia essa standard che su misura, utilizziamo solo materiali che, rispettando tutte le norme previste, sono maggiormente in grado di conservare e proteggere libri, documenti d’archivio, etc, da potenziali danni di tipo biologico, oltre che fisico e chimico

 

9. Valuta sempre il materiale di recente acquisizione.

L’ideale sarebbe avere una sorta di stanza di “quarantena” in cui intraprendere delle ispezioni, apporre trappole entomologiche, condurre analisi. Non sono rari i casi di interi archivi infestati a seguito dell’acquisizione di collezioni purtroppo già infestate.

 

10. Dotati di barriere fisiche.

Zanzariere a trama fitta alle finestre, griglie per le bocche degli eventuali impianti di condizionamento, lamine di metallo alla base delle porte, etc. possono agevolarti e di molto nella protezione degli ambienti di conservazione dagli insetti.

Avremmo altri suggerimenti da darti, il primo dei quali è sempre quello di rivolgerti sia nel caso di una infestazione accertata sia nel caso del sospetto di una presunta infestazione di insetti a degli specialisti.

Grazie a questi 10 consigli potrai rendere più sicuri i tuoi ambienti di conservazione e, magari, bloccare sul nascere la minaccia di una infestazione.

Alla Fratielivi ci occupiamo da decenni di disinfestare archivi, biblioteche, musei e depositi museali da tarli, pesciolini d’argento, pidocchi dei libri, termiti, scarafaggi, insetti volanti e striscianti.

Lo facciamo, sia in loco, sia presso la nostra azienda, con procedure e macchinari sicuri per il materiale trattato, per l’ambiente e per gli operatori.

Lo facciamo evitando sia l’impiego di agenti chimici dannosi per i fondi archivistici e bibliotecari, sia l’anossia, uno dei metodi tradizionalmente più utilizzati per la disinfestazione del materiale cartaceo. L’anossia – ovvero la privazione di ossigeno – non è infatti efficace per tutte le specie di insetti. Il periodo di trattamento può essere inoltre molto lungo (occorre infatti eliminare anche gli insetti allo stadio larvale e le uova). Richiede investimenti significativi e di conseguenza – soprattutto in presenza di grandi infestazioni – non tutti hanno la possibilità di accedervi a causa di budget limitati. Con l’anossia, inoltre la percentuale di recidive è molto alta.

Per disinfestare archivi e biblioteche alla Fratielivi utilizziamo da tempo da sempre il metodo della criodisinfestazione, che abbiamo contribuito a mettere a punto e che è stato testato e validato come efficace al 100% nell’eliminazione degli insetti a qualsiasi stadio del loro ciclo di vita da un importante ente di ricerca universitario italiano.

Sulla base di questo metodo basato su una tecnologia del freddo controllato e parametrizzato abbiamo anche creato delle macchine – come Docursan1, Docursan3, Docursan4 –  che consentono agli enti deputati alla conservazione di procedere alla disinfestazione del loro patrimonio archivistico, librario e documentario in maniera autonoma.

Per saperne di più scrivici a info@fratielivi.it. Oppure chiamaci direttamente al 051 705625. Esponici senza alcun impegno il tuo problema o i tuoi timori. Saremo lieti di offrirti una prima consulenza gratuita!

 

🌟 Ricorda: la prevenzione è sempre meglio della cura. Investire tempo e risorse nella protezione dei tuoi archivi o delle tue biblioteche dagli insetti oggi può salvarti da gravi danni e ingenti costi in futuro.